AUTUNNO
Autunno, tregua all’estate faticosa,
ai sollazzi del mondo spensierato,
riposo della terra generosa
che i suoi frutti abbondanti ha dispensato.
Un senso di accorata nostalgia
del buon tempo che presto s’è involato,
malinconico autunno, tu mi dai,
ma sei pur sempre pieno di poesia!
Già nel grembo fecondo della terra
il buon seme ha germinato;
uno strato di vapore leggero
si diffonde nella sera come un velo
nel campo coltivato.
Greve e opaca è l’atmosfera:
ad occidente il tramonto abbaglia di sua luce
ogni creata cosa
in una visione prodigiosa.
Indora le cime dei monti
e le valli profonde
e le onde agitate dei suoi mari
ed altri mondi.
Sui tralci ormai spogli e cadenti
brillano al sole i pampini vermigli
e le chiome degli alberi
e le siepi ingiallite e languenti
e mille voci e suoni e flebili lamenti
si perdon nel silenzio della sera
dei trepidi uccelletti
cullati dalla dolce capinera!
O patetico autunno, nostalgia del focolare,
degli affetti, delle lunghe serate
con le persone care:
stagion breve e caduca che un poco stringe il cuore,
simbolo della vita che passa, fugge e muore.
RINA CAMPELLI FALLIVA
INVERNO
Giace la natura
nell'atmosfera grigia e opaca della nebbia,
presto si fa sera:
nel silenzio ovattato par sopita
ogni ragion di vita.
L'inverno ormai batte alle porte,
cadon le foglie morte:
vicino alla grondaia penzola, abbandonato,
il nido che le rondini han lasciato.
Rimpianto e nostalgia del sole,
della vita all'aperto,
del buon tempo passato.
Si torna alla fatica,
a più gravi pensieri,
ai propositi seri della vita normale:
ma in alto i cuori!
Non ci pesi il fardello dei crucci e dei doveri,
dei vani desideri: è Natale!
Ognun s'allieti e speri!
Nelle città e nei borghi,
sui monti e nella piana,
un lungo scampanare,
e ovunque si diffonde
l'eco festosa delle note gioconde.
Per le strade un brulicar di gente
chiassosa e indaffarata,
uno scambio benevolo e cordiale
di auguri e di saluti,
si vive il dolce clima di Natale!
Miriadi di luci e di colori
s'accendon nel buio della sera
come di stelle, o fiori od arabeschi
dagli effetti magnifici e fiabeschi.
I campanili tutti illuminati
emergon di lontano;
nelle chiesette e nelle cattedrali
si celebra l'avvento di Natale!
Costretti alla lunga lontananza
anche gli assenti tornano alle case,
forse negletti, tristi o indifferenti
chè il Natale li ha riconciliati.
Né all'orfano, al ramingo, al poveretto
manchi il calore
d'un fraterno affetto,
nessun vuoto attorno al focolare,
è Natale, nessuno può mancare!
Si placano per poco anche i conflitti,
si dà tregua alle lotte ed al rancore;
è Natale!
Non più odio, solo amore.
Da quando, son millenni,
Iddio Bambino, l'aspettato,
nacque là, nel presepe di Betlemme,
non vestito di porpora e di gemme,
ma nascosto e perseguitato,
senza gloria né onori,
fra umili pastori,
su di un pugno di paglia
mosse la sua battaglia
senz'armi né clamore
il suo messaggio è:Amore.
Amore del ricco per il poverello,
del potente pel debole fratello;
Amor di pace, di fraternità
che il mondo irride
ma che dar non sa.
Nessuno si sottragga al dolce invito
di questo santo rito,
nessuno ignori la lieta novella
che gli uomini accomuna ed affratella;
il trionfo del bene sopra il male:
"Osanna!"
È il messaggio di Natale.
RINA CAMPELLI FALLIVA
0 Comments:
Post a Comment
Subscribe to Post Comments [Atom]
<< Home